IL
MATRIMONIO DEI MIEI GENITORI
Scritto
per un corso unitre (non il mio)
Credo sia stato un matrimonio sereno, per quanto i tempi potevano
permetterlo. C’è stata di mezzo una guerra e qualche cambiamento
politico non da poco che sicuramente hanno condizionato lo scorrere di queste
vite.
Era il millenovecento ventisette quando si sono conosciuti. I particolari
li ho sempre sentiti da mia madre che amava ripetere di essersi innamorata di
mio padre, la prima volta che lo aveva incontrato ad una festa patronale del
paese di mio padre.
Mia
madre, instancabile lettrice di libri e tra questi aveva letto tutti i libri di
Carolina Invernizio, con il suo romanticismo e la sua forte personalità
progressista, per quei tempi e quei posti, decise che l’avrebbe sposato.
In qualche modo glie lo fece capire ma anche mio padre non era rimasto
insensibile al fascino di quella ragazza diciottenne, intraprendente, alta,
bruna e dagli occhi chiari.
La storia degli occhi merita un accenno particolare. A mia madre non piacevano
i suoi occhi da gatto (così diceva lei) ma le piacevano gli occhi scuri di papà
e ogni volta che aspettava uno di noi, pregava Dio di farli nascere con gli
occhi di papà. Il suo desiderio fu sempre esaudito visto che noi quattro
figli abbiamo tutti gli occhi scuri. Forse noi donne avremmo preferito i
suoi.
Papà partì per la guerra e rimase in pericolo (Croazia) fino a che questa
terminò e il ritorno a casa avvenne, dopo il famoso armistizio, camminando a
piedi da Lubiana fino in Abruzzo al confine con il Molise dove insieme
affrontammo le difficoltà del primo scontro tra tedeschi e alleati che vide
come scenario proprio il fiume Trigno che divide le due regioni (allora unite).
Fino al ritorno di papà mia madre ci faceva pregare, tutti i giorni, vicino ad
una immagine di S. Antonio da Padova. Allora eravamo tre figli poiché l’ultima
sorellina nacque dopo la guerra.
ALTRA DOMANDA POSTA DAL DOCENTE ERA : Cosa vi dava fastidio di questa
unione, ed ecco cosa ha preceduto ogni altro ricordo.
Cosa mi dava fastidio? : Il fatto che mia madre dovesse sempre
giustificare il perché dei nostri vestitini nuovi il che ci procurava molta
apprensione ogni volta che scendevamo le scale con una mise ancora non vista da
lui, sapendo che si sarebbe arrabbiato come prima reazione.
Poi il tutto passava, anzi si compiaceva di portarci con lui sempre così
ordinati e adeguati alle varie occasioni.
Però anche lui ha sempre conservato il gusto del buon vestire fino alla sua
morte avvenuta non molti anni addietro. (a me sembrano pochi ma in realtà
cominciano ad essere tanti)
Mia madre invece ci lasciò troppo presto!
Maria Mastrocola Dulbecco