sabato 29 luglio 2017

In fondo ai miei post leggp: nessun commento...
Casualmente ho trovato cliccando (blogger) numerosi commenti che non vedo in questo contesto?
Virrei capirne di più e nel mentre:



 Preghiera
 
di Maria Mastrocola Dulbecco
    

  PREGHIERA

La mia preghiera
è fatta
di parole mute
di candele accese
di sguardi imploranti.

Le mie mani vuote
le mie labbra chiuse
la mia nullità
è tutta racchiusa
nel desiderio
di una serenità
che non mi appartiene
ma che desidero
con tutto il mio esistere.

Aspetto inerte
passiva e consapevole
che è qualcosa
di inafferrabile
così come lo è
la certezza.

                    Maria Mastrocola Dulbecco

sabato 15 luglio 2017

IL MARE



 

IL  MARE

 

Il mare, mi accarezza

le guance

mi accoglie

mi avvolge

mi solleva

mi rincuora

mi libera

mi isola

mi tiene compagnia

mi parla

mi ascolta

mi fa le sue confidenze

ascoltando le mie

 

                    Maria Mastrocola Dulbecco

 

 

 

 

 

domenica 9 luglio 2017

LA ZIA MARIA

Zia Maria
Strappiamo un altro foglietto?
Quando ero piccola e abitavo in un piccolo paese Abruzzese, San Salvo (Chieti) quasi sempre arrivava la zia Maria da Torino. A lei piaceva lavorare a maglia ma divorava i libri attaccandomi la voglia di leggere. Lei leggeva mentre sferruzzava, il libro appoggiato sulle ginocchia e le mani che intrecciava fili per fare cose meravigliose per noi nipoti e per suo figlio Paolo il mio cugino preferito con il quale giocavo e combinavo marachelle.
Con il passare degli anni e noi diventavamo più grandi, lei fantasticava con noi.
Quanti vestiti di “cadì” abbiamo sognato insieme mentre sferruzzava niki e golfini
. Descriveva i modelli che le sarebbero piaciuti e noi con lei.
Quando arrivava portava sempre un bel guardaroba e prima di tutto i suoi bellissimi cappellini che insieme ad una vestaglia costituivano la mia ammirazione.
Quella vestaglia lunga che io e Paolo indossavamo e giocando alle signore, ci specchiavamo in quel grande specchio dell’armadio di mia mamma.
Un anno portò una stoffa molto bella e mamma, con quella stoffa, le confezionò un vestito bellissimo. Era di una seta stupenda e io raccattai tutti i pezzi avanzati per farne un vestitino alla mia bambola. Lei con Paolo doveva andare al mare a Viareggio…che favola per noi che pensavamo a Viareggio come al posto più bello per una villeggiatura.
Zia Maria, zio Gaetano e Paolo sono ricordi di un arrivo speciale per Natale e per le vacanze estive…
 
La zia Maria è la signora in centro.
Foto scattata da un fotografo ambulante a Torino nel primo dopoguerra con zia Vutalina a sinistra in attesa di trasferirsi negli USA da suo marito.
A destra mia madre Filomena Lucarelli

martedì 4 luglio 2017

APPUNTI



 

APPUNTI

 

Le mie storie su San Salvo continuano ricordando tanti personaggi che ho incontrato nella mia vita da bambina e poi adolescente :

-Achille  il portalettere,  la sua umanità. le lacrime nel consegnare posta che  sapeva fonte di cattive notizie quando queste arrivavano dai soldati al fronte durante la seconda guerra mondiale.

-Gerardo che andava a prendere i miei zii alla stazione con la carrozza quando arrivavano da Torino e io ero con loro.

-Mia mamma che andava a “segnare” la dote per una valutazione nei matrimoni.

-I casolani che mi portavano il formaggio di latte misto pecora e mucca perché sapevano mi piaceva. Venivano da mia mamma  che faceva la sarta.

-A tale proposito ricordo le donne del paese che misuravano il filo e portavano alla mamma cento metri che (avevano calcolato) doveva bastare per cucire un vestito.

Da bimba ho assistito a mille diatribe sulla affermazione che quel quantitativo doveva bastare, Questo prima che sul mercato si trovassero le spolette di filo della  Cucirini Cantoni Croatis  dall’emblema dei tre cerchi concentrici.

-Mille altri avvenimenti rimasti nella mia mente e che  si svolgevano in quel piccolo paese fotografato intatto alla mia memoria che viveva nei suoi tre o quattro kilometri quadrati lontano da altri centri non facilmente raggiungibili.

-Il dialetto non  era contaminato e si distingueva dai paesi confinanti lontani almeno dieci chilometri.

 

Ho sintetizzato  ma raccontarli mi emozionano e mi fanno sentire ancora  “sansalvese”

 

                                  Maria Mastrocola Dulbecco

 

domenica 2 luglio 2017

CERIALE (Liguria)


Ore 6,30     Ceriale  Agosto  1995?

La spiaggia è ancora addormentata, deserta, il mare calmo appena si muove.

Il risveglio non è assordante come le ore che seguiranno.

Le onde lambiscono la sponda pigramente quasi a non voler  disturbare le persone che ancora dormono dietro le finestre socchiuse di fronte a questa massa stupenda di acqua azzurra.

Il furgoncino della stampa preceduto dal rumore di una saracinesca che si alza lascia il suo pacco di giornali.

Un altro furgone arriva a scaricare altri giornali forse riviste, ripartono e nel silenzio assoluto  il rombo di questi motori  sono amplificati al massimo.

Passa una famiglia di quattro persone, forse si godono una passeggiata sul bagnasciuga prima che venga invasa dai bagnanti.

Due pescatori  con le canne in mano  attraversano la passerella per guadagnare il posto migliore sull’isolotto che si trova al fondo ma qualcuno li ha già preceduti. Resteranno tutta la mattina, con le loro attrezzature migliori e le ultime esche comprate al negozio di “Caccia e pesca”  con la speranza di agguantare qualche pesce.

Due cocorite, dentro una gabbia appesa al balcone di fianco iniziano il loro chiacchiericcio, sono variopinti e per un attimo attirano la mia attenzione.

Più tardi è un andirivieni di mariti che vengono a conquistare un posto  sul pezzo di spiaggia libera piantando l’ombrellone e preparando le sdraio per le mogli o anche per loro. Ci si prepara a trascorrere una giornata al sole.

Paolo è sceso giù a portare il cane  poco  più giù nel viale dove in un apposito piccolo ritaglio lungo la ferrovia, anche loro possono fare i loro comodi.

Io vado giù a sedermi su una sdraio che gentilmente la padrona dello stabilimento di sotto mi mette in riva al mare. Passo prima a prendere un caffè e fare due parole con loro.  Ho bisogno di rilassarmi, di dimenticare le preoccupazioni che al lunedì mi attendono in città ed allora mi tuffo nell’acqua perché quello per me è un momento di  serenità, racconto al mare i miei dispiaceri e questi si attenuano a quel liquido tepore e mi infonde un po’ di speranza, mi ricarica per affrontare domani.

Mi porto un libro per avere un contegno visto che sono sola in mezzo a tanta gente che  allegra schiamazza, grida con i bambini, sorridono, si scambiano opinioni sulla giornata  e sui conoscenti assenti.

Non resto molto, non sono serena, scappo sopra tanto dal balcone posso guardare  tutti e  quel mare immenso mi ispira fiducia in quel domani che non ha pietà di me.

                                                   Maria  Mastrocola  Dulbecco