Le costruzioni (il primo oggetto costruito da me)
Vedevo le mani di mia madre e di mia nonna intrecciare con l'uncinetto o con i ferri quei fili di cotone o di lana e confezionavano centrini, maglie, guanti o calze da notte (babbucce). I miei occhi però erano attratti dal lavorio incessante che i ferri facevano e dal loro ticchettio fatato. Un giorno non ricordo l'età mia madre mi mise tra le mani un paio di ferri e della lana usata dai mille colori.
"Dai bambina impara a mettere i punti sul ferro e inizia a fare la maglia liscia".
Io con emozione iniziai con le mie piccole mani in modo goffo ad intrecciare quel filo colorato sotto l'occhio vigile delle mie due donne. Provai e riprovai tante e tante volte e dopo qualche pomeriggio d'impegno riuscii a far salire la mia prima maglia a dire il vero un po' sbilenca. Ma io volevo a tutti i costi imparare a confezionare le calze da notte, mi piaceva moltissimo quell'aumentare e diminuire delle maglie che come per magia prendevano la forma del piede. Vedendo che apprendevo in fretta, mia madre un giorno mi spiegò come procedere ed io attentissima imparai così in fretta che dopo qualche giorno avevo dato forma alle mie prime scarpette da notte che io infilai soddisfatta ai piedi della mia bambola preferita. Ci provai così tanto gusto che volli confezionare calze da notte per tutta la famiglia. Mi portavo i farri e la lana ovunque andassi, fuori con le mie amiche, dai nonni paterni la domenica pomeriggio e tutti quanti, soprattutto mio padre guardava le mie piccole mani che ormai velocemente intrecciavano quei punti sui ferri. Quel ticchettio mi risuona ancora nella mente, ma quello che più mi emoziona è il ricordo dello sguardo tenero di mio padre che con orgoglio, dandomi un bacio sulla fronte prendeva le calze da notte confezionate da me e le indossava tutto soddisfatto.
Lucia Giongrandi
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