11/01/2016
VENERDI 15 GENNAIO 2016 ricominciano le mie lezioni al "laboratorio di scrittura" unitre Rivoli
[mod] [del]
Avviserò tutti gli iscritti che adoperano internet di venire a visitare questo blog dove io pubblicherò, ogni 15 giorni i lavori che leggiamo alla lezione.
Delle passate lezioni pubblico:
Dal tema sulla PAURA
UNA NOTTE DI LUNA PIENA …
Era una splendida notte d’Estate, nel cielo risplendeva la luna piena che sembrava quasi un grosso lampione finito lassù per caso.
Quella sera io, il mio papà, la mamma ed il mio fratellino Enrico, ancora nel passeggino, quindi sto parlando del 1955-56, eravamo andati a casa dei nonni paterni perché si stava preparando una grande festa: era imminente lo sposalizio di zio Silvio con zia Anna.
Papà aveva cinque fratelli e tre sorelle, una grande famiglia come si usava tanti anni fa.
A casa dei nonni abitava anche zia Tina, una delle sorelle di papà, la sarta di famiglia che stava confezionando gli abiti per tutti gli invitati, compresa la sposa.
Trascorremmo una serata allegra fra risate, barzellette e scherzi vari , verso la mezzanotte la mamma disse che era ora di tornare a casa nostra.
Salutammo tutti e ci avviammo , la strada era solitaria , ad un certo punto sentimmo l’ululato di un lupo. La mamma si bloccò di scatto perché ha sempre avuto una gran paura dei cani e l’ha trasmessa anche a me. Papà la sollecitò a non avere paura e riprendemmo la nostra strada ,ma a passo indeciso , un altro ululato sempre più forte e sempre più vicino.
Poi un terzo, tentammo di rifugiarci sotto il porticato di una casa, ma la paura aumentava e l’ululato anche.
Così decidemmo di ritornare verso casa della nonna , bussammo con i pugni e con il battente di ferro , eravamo trafelati , finalmente vennero ad aprirci. Richiudemmo il portone in tutta fretta e sentimmo un altro ululato.
Tutti sapevano che in zona , in fondo alla strada che stavamo percorrendo (Via Armengoli) c’è uno slargo e lì abitava un uomo grande e grosso che si diceva fosse un licantropo, un lupo mannaro il quale, durante le notti di luna piena si trasformava , ululava e si incamminava per le strade della zona. Sua madre preparava una bacinella di acqua fredda e la metteva sulla sedia davanti alla porta. Quando lui tornava, infilava la testa nell’acqua e riassumeva le sembianze umane.
I dirimpettai della nonna lo avevano visto passare quella notte affacciandosi alla finestra.
Può sembrare una leggenda metropolitana , il parto della fantasia di una bambina , ma vi garantisco che io ho un ricordo nitido di quella notte ,mi pare di avere registrato le scene di un film nella mia testa , sono ancora chiare , limpide come se fosse accaduto ieri sera.
Nonostante siano passati più di sessanta anni, la paura è la stessa, mi si accappona la pelle, mi sembra di rivivere quei momenti con la stessa tensione ogni volta che racconto il fatto.
Così posso dare una spiegazione alla paura di uscire quando è sera o è notte, le gambe si inchiodano e non riesco più a camminare, perché il nostro inconscio registra tutto.
Enza Latini
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