lunedì 26 novembre 2012

Renato ha comprato la macchina nuosa

U P ! colpo di fulmine

Mi sono innamorato
di una tedeschina
il marchio è il suo nasino
e gli occhi a occhialetti sportivi
è molto bella quanto mi piace!
è acqua e sapone e un bel sorriso
la signorina veste bene alla moda
e con scarpe classiche
che non vanno giù di moda
è molto tecnologica con - esp -
e per la caccia al tesoro - maps –
le piace la musica con – rcd -
l’ho vista bene è seducente
è molto sex
ha un bel culetto
l’ho corteggiata
e l’ho sposata.

renato finotti.

venerdì 23 novembre 2012

Riflessioni



                RIFLESSIONI

       Non trovo mai la penna
                        al momento giusto
       Non trovo mai la parola
                        al momento giusto
       Non trovo mai la mano tesa
                        al momento giusto

       E quando trovo la penna
                        non ho più le parole
       E quando trovo le parole
                        non ho più chi ascolta
       E quando trovo la mano tesa
                         non so più ricevere !

                  Maria Dulbecco

lunedì 12 novembre 2012

Enzo Bianchi

Ieri volevo parlare di Bose ma ho fatto un pasticcio ora soero di nmettervi le foto e raccontarvi qualcosa;

Questa è la chiesa del complesso



Questo è un angolo della chiesa




Questa è la sala conferenzd mentre c'eravamo noi



Questa è la zona pranzo



Semore zona pranzo, molto spartana, tavolo a u in legno marrone pasto buono abbondante  primo secondo e mele. Al termine bisogna sparecchiare e portare i piatti in cucina, pulire i tavoli. A pranzo quattro frati in borghese hanno mangiato con noi conversando amabilmente, facevano domande e rispondevano a domande.
poi siamo andati nuivamente alla sala conferenze e un relatore molto molto colto ci ha parlato e risposto  a nostre domande sul tema proposto da noi su:
                 "Il silenzio per ascoltare gli altri"

La foto sopra à l'ingresso accoglienza



Angolo bar
          se ci fosse stato il sole in fondo un panorama bellissimo di verde e colline nurenichhe, ho dimenticato di dire che Bose è su una collina murenica in provincia di Bielle.




angolo accoglienza e a sinistra libreria a destra si accedono ai servizi.
Si può soggiorhare da un giorno a tutta l'estate previa prenotazione. Totto molto accogliente e silenzioso!!!

domenica 11 novembre 2012

Una brutta giornata ci ha accompagnati nella visita a Bose, (Oggi c'è il sole)

venerdì 9 novembre 2012

ANNA CHIAPPERO

Avviso chi legge da Rivoli che sabato 10/io alle ore 16 Anna Chiappero espone i suoi lavori in Via Montegrappa 124 alla Merceria Pessiva Rivoli. Chi può vada a visitarla, è molto interessante vedere cosa la passione riesce a fare!!!
Anna frequenta il mio cors" Laboratorio di scrittura" UNITREN  RIVOLI
 
Andate va btrovarla
   Domani Sabato 10 Ottobre IL SEA di RIVOLI  organizza un incomtro a BOSE

A Bose Enzo Bianchi che molti conoscono, per aver letto i suoi libri,ha fondato una comuhità molto visitata per ritiri di approfndimento sulle realtà della vita.
Arrivano gruppi da tutta Italia e dall'estero.
Sono tra i partecipanti e al mio ritorno vi racconterò.
     Di seguito pubblico le pagine preparate per distribuirle, domani, ai partecipanti:

Enzo Bianchi, priore di Bose


Enzo Bianchi è nato a Castel Boglione (AT) in Monferrato il 3 marzo 1943. Dopo gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, alla fine del 1965 si è recato a Bose, una frazione abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica. Raggiunto nel 1968 dai primi fratelli e sorelle, ha scritto la regola della comunità. È a tutt’oggi priore della comunità la quale conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR) e Assisi (PG).
Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon che pubblica testi di spiritualità biblica, patristica, liturgica e monastica.  Nel 2000 l’Università degli Studi di Torino gli ha conferito la laurea honoris causa in “Storia della Chiesa”. Nell'agosto 2003 ha fatto parte della delegazione chiamata da papa Giovanni Paolo II e andata a Mosca per portare al Patriarca Alessio II l'icona della Madre di Dio di Kazań. Ha partecipato come "esperto" nominato da papa Benedetto XVI ai Sinodi dei vescovi sulla Parola di Dio (ottobre 2008) e sulla Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana (ottobre 2012). Nel 2009 ha ricevuto il “Premio Cesare Pavese” e il “Premio Cesare Angelini” per il libro Il pane di ieri .

IL PANA DI IERI    
                                        descrizione del libro

L'angoscia di fronte alla domanda: "che tempo fa?" è certo più forte quando un semplice evento atmosferico può distruggere in pochi minuti un anno di lavoro.
     Allora non è poi così strano vedere il parroco del paese incedere nella tempesta, il piviale viola scosso dal vento, fendere l'aria con l'aspersorio dell'acquasanta e implorare con voce ferma Dio di fermare la grandine: "Per Deum verum, per Deum vivum".
     In un mondo sempre più abitato da suoni nuovi e pervasivi è facile perdere le voci antiche che scandivano lo scorrere del tempo: il canto del gallo all'alba, il rintocco delle campane che annunciava momenti lieti o tristi, il grido dell'acciugaio e il richiamo del venditore ambulante di carta da lettere.
     Suoni quotidiani, destinati a tutti.
     Il cibo, a ben guardare, oltre che un nutrimento necessario è anche qualcosa di cui si deve "aver cura".
     La tavola è luogo di incontro e di festa e la cucina è un mondo in cui si intrecciano natura e cultura.
     Preparare il ragù può diventare allora un momento di meditazione e la bagna càuda un vero e proprio rito in cui gli ingredienti che la compongono rappresentano uno scambio di terre, di genti, di culture.
      A dispetto di ogni localismo (anche culinario) tutti i cibi anche i più nostrani, sono carichi di debiti con l'esterno e con chi, in terre lontane, ha coltivato le materie prime, le ha fatte crescere e le ha raccolte.
Storie ricche di personaggi singolari, di saggezza popolare, di amore per la terra, di riflessioni sulla vita, la morte e la ricchezza della diversità.


Mio commento

     In questo libro Enzo Bianchi ricorda tutti i riti antichi intrisi di fede autentica di riti che nei paesi del Monferrato si celebravano.
     Molti sono comuni a tutti i paesi d’Italia, dal nord al sud,
     Sono storie del tempo che fu pieno di personaggi della sua memoria.
     Sono storie piene di amore per la terra.
     E insieme rappresentano insegnamenti di fede, di amicizia, del vivere insieme,dell’ospitalità.
     Meditazioni  sulla vita, sulla morte, sulla gioia, sulla vecchiaia        e sulla ricchezza della diversità.
     Da leggere tutto ma l’ultimo capitolo è: Contare i giorni
     In questo capitolo vuole insegnare come vivere i giorni della tarda età.  Scherzando e sul serio ricorda che nel Monferrato a questa età si dice.  “L’è ùra d’andé”
     Ha scritto molti altri libri e cpllabora ad importanti giornali italiani e francesi.

                                                Ho pensato di darvi queste poche righe per    conoscere qualcosa                           
                                           del  fondatore   ENZO  BIANCHI  della comunità che andiamo a
                                                visitare.   Buona giornata a tutti

                                                                                  Maria Mastrocola Dulbecco

Aggiungerò, al ritorno, le foto del posto:  Bose è sulla Serra vicino a BIELLA


                   






mercoledì 7 novembre 2012

Laboratorio di scrittura" Rivoli

   Quando vi sentite depressi, come me questa sera, cercate i complimenti e vi aiuteranno......
   Di seguito riporto cosa ha scritto, parlando di me e del mio corso,  una amica che ora frequenta,  E’ stata una prf/ di francese e preside di un liceo rivolese,
   Fa piacere ricevere complimenti vero?

         Maria


Un incontro fortunato.

Ho incontrato la signora Dulbecco alla cerimonia per il … anniversario dell’Uni3.
Mi sedetti per caso accanto a lei, ma fui invitata da una gentile signora ad accomodarmi più indietro tra il pubblico perché le prime file erano riservate ai docenti. Anche io, anni fa, fui docente di Francese all’Uni3, ma la signora era giovane e non mi conosceva.
La signora Dulbecco mi invitò a non cambiare posto e la giovane signora non si sentì di insistere.
Cominciammo a chiacchierare. Mi disse che teneva il corso di “Laboratorio di scrittura” e che sarebbe stata contenta di vedermi tra i suoi studenti. E io acconsentii di buon grado perché anche a me piace scrivere.
Mai invito fu più gratificante e mai incontro più fortunato. Mi trovai tra persone incantevoli, attive, intelligenti e preparate. Sembrano scelte ad una ad una. Leggevano quello che avevano scritto sui loro ricordi, le loro considerazioni sulla vita, i loro sentimenti, con una spontaneità, una naturalezza e, devo dire, una bravura che mi meravigliarono. La signora Dulbecco interloquiva con garbo, discretamente, li incoraggiava e li stimolava con saggezza e così i loro elaborati, sia in prosa che in poesia sono veramente notevoli. C’è chi, nelle sue poesie, brevi ed essenziali, sa suscitare forti emozioni; chi canta l’amore, chi compone in dialetto piemontese, chi sa far vivere in una prosa fluente ed efficace, la vita di un tempo lontano.
Alcuni lavori mi hanno particolarmente colpita. Un breve ed arguto trafiletto che spiega come i gatti amino la musica classica, riportando avvenimenti ed esempi inconfutabili, opera di una piccola signora che, mi sembra ami molto gli animali, come me. Tre poesie del nostro serio e riservato segretario, dall’apparenza severa, che rivela invece di essere molto sensibile, delicato, tenero e persino romantico, nel suo scrivere d’amore, di fede ed in particolare in quella in cui racconta un sogno, in cui due cuori, uno ormai anziano e ferito e l’altro piccolo e giovane, si sorreggono a vicenda e si fanno compagnia. Come a volte è ingannevole l’apparenza ! Non avrei mai supposto nel nostro efficientissimo segretario una tale profonda e fine vena poetica.
E a chi va il merito di avere saputo destare il nostro interesse per la scrittura, di superare la riservatezza che induce a tenere segreti i nostri pensieri e i nostri sentimenti, di parlare agli altri dei nostri dolori e delle nostre speranze ? Io stessa ho letto ai miei nuovi amici qualche pagina tenuta finora solo per me. La signora Dulbecco, con il suo garbo, la sua gentilezza, ha saputo riunire un’accolta di persone molto dissimili tra loro per età, formazione, provenienza. Ha saputo farci sentire gli uni, complemento degli altri, tutti bisognosi di comprensione, di disponibilità e di amicizia.
Cara docente, il suo corso è senza dubbio servito ad affinare la nostra cara lingua italiana, ma secondo me, molto, molto di più è servito a farci sentire tutti vicini, simili, tutti piccole tessere di un puzzle che ha bisogno di ogni minimo elemento per essere completo.
In questi nostri aridi tempi, il laboratorio di scrittura rappresenta un’oasi rara.
Grazie, signora Maria.
    

lunedì 5 novembre 2012

sempre foglie a terra

Sono ancora foglie, mi dispiace non si vedano in volo:

Vento d'autunno

Rivoli 5/11/2012

Questa mattina dal mio balcone vedo un bellissimo sole ma una folata di vento vorte ha scosso gli alberi intorno e una pioggia di foglie sim è riversata a terra, sono riuscita a riprendere qualcosa con la mia piccola digitale. ccole:

venerdì 2 novembre 2012

DOMANI é IL 2 nOVEMBRE E SI RICORDANO I DEFUNTI.
Ogni regione, ogni paese ha le sue tradizioni e quelli che io ricordo volentieri, sono quelli vissuti a San Salvo, il mio paese abruzzese, con mia nonna:
  
E' sera, il buio mi sta riportando alla mente tempi lontani, quando la nonna mi prendeva per mano e mi portava in cucina per adempiere ad un rito, senza mai dimenticare. Prendeva dei bicchieri e per metà li riempiva di acqua e l'altra metà di olio. La mia prima meraviglia vedere l'olio che galleggiava e non era la sola scoperta, l'altra era che prendeva dei piccoli cartoncini ritagliati a disco con un foro in mezzo dove inseriva del filo spesso di cotone, con un fiammifero dava fuoco al cotone e poi rapidamente lo appoggiava sull'olio dentro il bicchiere e la fiammella rimaneva accesa. Cominciava a ricordare i suoi cari defunti: cominciava con nonno Cesare suo marito, poi due per i suoi genitori, non ricordo i nomi, poizio Nicola un giovane cugino di mia mamma morto giovane io lo avevo conosciuto. Poi proseguiva con il ricordare nonna nDuniuccia la mamma di mio papà, due suoi fratelli e tutti gli altri dsenza dimenticare nessuno. Quei lumicini ricordavano i nostri morti che durante la notte sarebbero passati a prendere ognuno il suo lume per una processione che si sarebbe svolta nel nuovo mondo dove si trovavano e poi al mattino li avrebbero riportati al loro posto con l'olio consumato da quella fiammella.
  Probabilmente oggi li avrebbe sostituiti con quei lumini di cera ma allora non esistevano.
  Era un sacrificio adoperare l'olio che scarseggiava a quei tempi ma era l'unico modo per ricordare i nostri cari che non c'erano più.
  Avrei dato chissà cosa per vederli arrivare a prendere i loro lumicini senza sbagliare m a era proibito.
  Ora io ricordo te nonna e ti ringrazio per avermi fatto vivvere tutto questo.
  Naturalmente il mio pensiero va a Paolo ed é il secondo anno che non è più con noi!
  Ricordo le sere passate da madama Caldera che preparava tante castagne, arrosto e bollite e si mangiavano in onore dei morti accompagnandoli con un buon bicchiere di vino. Io sono astemia ma partecipavo a questa  lieta ricorrenza in cui si recitava anche il rosario. Poi si lasciava un piattino con delle castagna sul tavolo pensando che i morti passassero a mangiarli.
  Chissà se da lassù ci guardano !!!
                                 
 
 
 

giovedì 1 novembre 2012

"Laboratorio di scrittura" Unitre Rivoli

Cerco di presentarvi; uno per volta; i miei amici del corso:
 Volti

 Quanti inverni
 e primavere
 in una vita.
 I volti dei passanti frettolosi,
 in questa sera piovosa
 mi appaiono specchi appannati.
 Nulla traspare
 delle loro passate stagioni.
 Ed io vorrei,
 con un gesto della mano.
 portare alla luce
 tutto il loro splendore.
  
    Silvana Anelli                                   

 

Bella vero?  Vi presento oggi Silvana Anelli, frequenta il mio corso da due ammi.  Insegna al Liceo Darwin di Rivoli (conosciuto in tutta Italia per il tragico incidente dove morì un ragazzo a causa della caduta di un soffitto) ma riesce a trovare un piccolo spazio per venire da noi e, come dico io, chiudersi una porta alle spalle per condividere con noi emozioni e sorrisi in piacevolissima compagnia leggendo i suoi scritti e ascoltando i nostri!
Che soddisfazioni cogliamo tutti in quelle due ore tutte nostre!  Alla prossima  Maria