5) LA DIMENSIONE DEL VIAGGIO (il viaggiare: i luoghi e le sensazioni)
Quanti modi e quante dimensioni ha questa parola. Esiste il viaggio da diporto, quello spirituale ed esiste la dimensione del viaggio della vita. Si viaggia per il semplice piacere di visitare luoghi sconosciuti o luoghi che fanno parte della storia di ognuno di noi, luoghi che ci hanno sempre affascinato e dei quali non possiamo farne a meno. Si viaggia per conoscere, apprendere nuove culture o vecchie civiltà che danno a chi si muove la sensazione di penetrare il vero sapere, la storia. Gli antichi eroi come Ulisse, Giasone, Gilgamesh viaggiavano come disse il poeta "per seguir virtute e canoscenza" perché gli uomini non sono fatti "a viver come bruti", per dare un senso alla vita. Si è attinto alla esperienza della mobilità umana per esprimere il significato della morte (come trapasso), la struttura della vita appunto (come un cammino o un pellegrinaggio), per cercare di strutturare i cambiamenti delle situazioni sociali ed esistenziali in riti di passaggio e persino per indicare il movimento da una parte all'altra di un testo (un passo). Gli antichi eroi come Gilgamesh per esempio viaggiavano per aggirare la morte stessa e donare l'immortalità al loro popolo. In questi viaggi eroici, in queste partenze c'è l'identità stessa del viaggiatore e celebra proprio l'inizio di una società viaggiante e stabilisce lo scopo del viaggio come mezzo per ricevere riconoscimenti e prevede comunque un'andata e un ritorno. Ma esiste anche un viaggio non eroico che ha inizio con una partenza forzata, non volontaria provocato dalla forza, dalla necessità (vedi i viaggi dei migranti antichi e moderni), da un disastro, dal crimine o dalla violazione di una norma. Questa partenza forzata implica un viaggio che è sofferenza e penitenza e si tratta quasi sempre di viaggi di sola andata o di viaggi senza fine. Un esempio di viaggio non eroico può essere quello di Adamo ed Eva che dal Paradiso Terrestre per la violazione di un patto ebbe inizio per loro e per noi esseri umani una storia di vagabondaggi, insediamenti, prigionie e liberazioni. Quante dimensioni in una piccola parola che implicherebbe una grande riflessione, anzi, molti studiosi ci si sono rotti la testa. A noi il compito semplicemente di ribadire la bellezza dell'andare e del ritornare per raccontare ciò che i nostri occhi hanno visto o ciò che la nostra anima ha prodotto nel suo vagabondare o semplicemente il piacere di raccontare il peregrinare della vita che ognuno di noi ha il compito a volte bello a volte doloroso di portare a compimento.
Lucia Giongrandi
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